FATTORE D: abbiamo bisogno del lavoro delle donne.   

SEMINARIO a cura di FareDiritti 29 OTTOBRE 2024

ore  15.45 – 19.00

Ha puntato i riflettori sul Piano nazionale di ripresa e resilienza il seminario che Farediritti ha tenuto martedi 29 ottobre, nella sala capitolare della Parrocchia di San Giacomo apostolo di via Arginone, a Ferrara in un pomeriggio dedicato a fare il punto sulle opportunità messe in campo dai progetti ferraresi del PNRR per liberare le potenzialità femminili e promuovere crescita economica e sviluppo.

Il Seminario, rivolto alla cittadinanza e in particolare alla popolazione femminile e alle Istituzioni, si è posto l’obiettivo di capire se e come i progetti in via  di attuazione sul territorio provinciale e quelli del Comune di Ferrara, in particolare, si siano fatti carico di promuovere la riduzione del divario di genere, che è uno degli obiettivi assegnati dalla Commissione europea ai Paesi membri dell’Unione, nel mettere a loro disposizione gli ingenti finanziamenti del programma Next Generation UE.

ll Seminario, dal titolo “Fattore D. abbiamo bisogno del lavoro delle donne: per una cultura dell’equità di genere”, ha preso le mosse dai dati che testimoniano, a livello internazionale, come il lavoro femminile sia  un importante motore di crescita economica e di sviluppo, oltre che un potente fattore di trasformazione sociale e culturale. In questa ottica verificare se e come i progetti locali del PNRR si siano posti l’obiettivo della riduzione del divario di genere diventa fondamentale, non solo perchè lo chiede l’Unione Europea, ma anche perchè una ripresa post Covid  non può non passare per un recupero delle energie e delle capacità femminili, oggi ancora largamente sottovalutate nel nostro Paese . Per questa ragione, gli interventi delle relatrici si sono concentrati , partendo dall’analisi dei gap di genere fra Italia e altri Paesi europei,  sugli strumenti messi a disposizione dal PNRR –   riforme e investimenti –  per innescare nuove opportunità di lavoro e una cultura dell’uguaglianza che agisca anche come fattore di contrasto alla violenza di genere.

Programma del Seminario:

  • Lavoro e PNRR, Dalia Bighinati, Giornalista, intervista Laura Calafà, Cattedra  di Diritto del Lavoro, Università di Verona.
  • Perché FareDiritti?, Paola Castagnotto, Presidente Centro Donna Giustizia. (FareDiritti ).
  • Alcune mappe, Cecilia Tossinari, Dalia Bighinati (FareDiritti).
  • “Un caso studio”, Gabriella Marchetti, Osservatorio nazionale Dipartimento Pari Opportunità Presidenza CDM , (FareDiritti).
  • Contrasto alla violenza di genere Andrea Firrincieli, Colonnello (r.) dell’Arma dei Carabinier, (FareDiritti )
  • Lavoro ed equita’ di genere Laura Calafà, Cattedra Diritto del lavoro dell’Unione Europea Università di Verona.
  •  

Sottolineando come l’impianto strutturale del PNRR punti all’aumento quantitativo e qualitativo dell’occupazione femminile, per far recuperare ai nostri territori il gap di sviluppo accentuato dalla pandemia, il Seminariö ha voluto aprire occasioni di  dialogo con il mondo delle imprese, con le Associazioni femminili del territorio e con le Istituzioni locali. Nel PNRR ci sono, infatti, misure che coinvolgono queste realtà, sia attraverso le misure che hanno un impatto diretto sull’occupazione femminile, come il Fondo Impresa Donna, la certificazione di parità in azienda,  la formazione digitale a tutti i livelli, l’educazione e la ricerca scientifica nelle Università ,  la quota di assunzione dal 15 al 30% delle donne come misura vincolante per le aziende che intendono partecipare ai bandi PNRR, sia attraverso le misure che hanno un impatto indiretto e che sui tempi lunghi possono rappresentare un volano di eguaglianza sociale e occasioni di innovazione sociale in grado di promuovere una cultura della parità..

La professoressa Calafà ha messo in chiaro il fatto che, se il primo problema delle donne italiane, è la difficoltà di accedere al mercato del lavoro, la sfida maggiore è quella di riuscire a restarci a tempo pieno. L’Italia, in questo ambito è da sempre fanalino di coda fra i 27 Paesi membri dell’UE nella graduatoria EIGE, che misura il divario di genere relativamente al lavoro e ad altri ambiti: reddito, tempo libero, sapere, salute,  potere. A questi parametri, l’Eige, Indice di uguaglianza di genere, ha aggiunto da alcuni anni anche la violenza nei confronti delle donne, che rimane una delle manifestazioni di disparità di genere più diffuse e pericolose nell’UE.

Lavoro femminile in Italia.

I lavori retribuiti delle donne si collocano, ancora oggi nel nostro Paese, in prevalenza nell’area della cura, quindi nei servizi sociali, nell’assistenza socio-sanitaria, nell’insegnamento e  nel turismo, settori tradizionalmente esposti al part time, alla precarietà, al lavoro sommerso e irregolare. Si tratta, comunque, di una occupazione che spesso non regge – dati Eurispes 2023 – alla nascita del primo figlio, a causa della mancanza di servizi di supporto, una mancanza che induce molte donne alle dimissioni dal lavoro, con scelte apparentemente volontarie, in realtà motivate dalla “ Impossibilità di conciliare vita professionale e vita privata per mancanza dei servizi necessari ”. Un fatto, sottolinea la professoressa Calafà, decisamente grave, pagato dalle lavoratrici madri, sul quale, tuttavia, nè la politica, nè il sindacato sono fino ad oggi intervenuti in modo veramente incisivo..

Fra gli strumenti messi a disposizione del PNRR a favore del lavoro femminile c’è anche la possibilità, per le donne espulse dal mercato del lavoro per il sopraggiungere di crisi aziendali, di rientrare nel mondo del lavoro grazie al programma GOL,  un’azione di riforma (Missione 5, Componente 1) voluta per riqualificare i servizi di politica attiva del lavoro.

Il GOL dispone di risorse pari a 4,4 miliardi di euro e la sua attuazione è connessa al Piano di potenziamento dei Centri per l’impiego e al Piano nazionale nuove competenze, misure assai poco pubblicizzate dagli  organismi che dovrebbero promuoverne l’attuazione e quindi generalmente ignorati.

Per Paola Castagnotto, cofondatrice di FareDiritti e presidente del Centro Donna Giustizia di Ferrara, il lavoro precario e l’inattività delle donne in età lavorativa creano un diffuso aumento della povertà femminile ed espongono le donne in età avanzata e a basso reddito pensionistico. a condizioni difficili di salute e ad una loro totale dipendenza dai servizi pubblici di tipo sociosanitario, che non sempre sono in grado di dare risposte adeguate.

Diventa anche per questo di fondamentale importanza che le donne siano consapevoli delle ricadute sulla loro vita privata e professionale dei divari di genere in ambito lavorativo, perchè possano usufruire di appropriate occasioni di empowerment.

L’informazione e la partecipazione delle donne al dibattito sulle politiche pubbliche, e quindi anche sul PNRR, promosse da FareDiritti, si collocano in questa prospettiva e si propongono di rendere innanzitutto noto, come ampiamente documentato dalla ricerca accademica, vedi in questo settore gli studi dell’ economista statunitense Claudia Goldin, Premio Nobel per l’Economia nel 2023, che le politiche pubbliche e in genere ogni provvedimento e azione rivolta alla vita delle comunità non sono mai neutre, ma hanno sempre impatti diversi, . positivi o negativi che siano, sulle donne e sugli uomini.

Nella seconda parte del Seminario Cecilia Tassinari e Dalia Bighinati hanno messo sotto i riflettori le tipologie dei progetti PNRR in fase di attuazione sul territorio provinciale e i progetti selezionati dall’Amministrazione comunale di Ferrara, con l’intento di verificare quali opportunità presentino per le donne.

 Cecilia Tassinari dopo avere specificato il  valore economico dei progetti, il loro numero e le tipologie relative a  tutte  sei le missioni del Piano: digitalizzazione-cultura-turismo, transizione ecologica,  trasporti, istruzione, inclusione e coesione,  salute,  ha messo  a confronto la quantità complessiva dei progetti con il numero di quelli che specificamente possono avere un impatto positivo sul riequilibrio di genere, soprattutto   nel campo del lavoro. Per farlo ha utilizzato criteri di valutazione basati sugli indicatori BES  ( Benessere equo e sostenibile) forniti dal Ministero dell’Economia e Finanze.  

Nel suo intervento Dalia Bighinati , ricordando il ruolo determinante dell’informazione nel promuovere la consapevolezza e la partecipazione della cittadinanza ai processi di sviluppo delle comunità, ha messo in evidenza come a tutt’oggi, data la scarsa informazione della popolazione ferrarese sulle riforme, con cui il governo intende promuovere una cultura della parità di genere e sui progetti PNRR del Comune di Ferrara, il cui disegno complessivo sfugge all’opinione pubblica, “sia auspicabile l’avvio, da parte della stessa Amministrazione Comunale, di una grande campagna di comunicazione, che renda cittadine e cittadine consapevoli dei processi di trasformazione socio-economica e culturale, che le riforme e i progetti PNRR dovrebbero porre in atto.” In sostanza si tratta di prevedere come sarà la Ferrara post PNRR, chiamando la cittadinanza a partecipare ai processi di inclusione di genere.

. I progetti PNRR del Comune di Ferrara ammontano a complessivi 106 ca. milioni di euro e vertono soprattutto sul rinnovamento delle strutture scolastiche, sportive e residenziali,  ma non tengono conto esplicitamente dell’effetto che la loro realizzazione potrà avere sulla componente femminile della popolazione. I destinatari dei progetti sono infatti indicati in modo indistinto, come cittadine/cittadini e famiglie. Di qui la seconda richiesta rivolta da FareDiritti all’Amministrazione Comunale, perché , una volta chiusi i cantieri, consulti le associazioni e i gruppi femminili, se vorrà che effettivamente queste strutture concorrano ad una maggiore uguaglianza di diritti e opportunità.

Nella terza ed ultima parte del Seminario, Gabriella Marchetti, co-fondatrice  di FareDiritti e membro dell’Osservatorio nazionale Dipartimento Pari Opportunità Presidenza CDM, ha proposto, come caso di studio, i due progetti PNRR del Comune di Ferrara,  collocati nel quartiere Foro Boario e relativi ,rispettivamente, il primo, all’ Impianto sportivo polifunzionale, nell’area sud , il secondo, al Nuovo centro polifunzionale ex scuola di via Pietro Lana.

L’analisi, che ha adottato come parametri gli indicatori di qualità urbana e i domini dell’EIGE ha valutato il grado di rispondenza dell’ideazione e delle finalità dei due interventi alla riduzione del divario di genere e, quindi, ad una destinazione favorevole alla fruizione femminile.

La necessità del monitoraggio parte dalla convinzione che soltanto “una effettiva co-partecipazione della cittadinanza, anche nella sua componente femminile, alla creazione di un servizio pubblico ne determini il suo valore.”.

Sono tanti i suggerimenti emersi dall’analisi: indicazioni preziose che riguardano la futura gestione dei due impianti e che Maria Gabriella Marchetti propone alla cittadinanza e in primis all’Amministrazione Comunale, attraverso una serie di osservazioni e “alert”, che mettono in evidenza la mancanza di una visione complessiva dell’impatto delle nuove strutture sul quartiere, . Nell’area del nuovo impianto sportivo il trasporto veicolare ,pubblico e privato, e la mobilità lenta saranno fortemente condizionati dal nuovo afflusso di utenti. “Non si legge una visione di miglioramento- scrive Marchetti, per entrambi i progetti, sul piano della SICUREZZA e del CONFORT dell’accesso all’area: in più, per quanto riguarda il Centro Polivalente o Casa di Quartiere, manca un qualsiasi riferimento al rapporto fra quartiere e resto della città, che potrebbe usufruire dei servizi del Centro. se si proponessero tipologie di servizi utili.

Da ultimo l’intervento di Andrea Firrincieli, Colonnello (r.) Arma dei Carabinieri, dal titolo “Il lavoro come strategia di contrasto alla violenza di genere”, che ha fatto il punto sulla diffusione in Italia della violenza sulle donne nel mondo del lavoro. Accanto ai dati e alle manifestazioni di comportamenti che vedono le donne vittime soprattutto di uomini molesti (- oltre l’81% delle donne subisce molestie sul lavoro da parte di uomini e il 6,2% da donne…. Ma le donne denunciano di rado: solo il 2,3% ha contattato le Forze dell’Ordine e il 2,1% altre istituzioni ufficiali…. ) il colonnello Firrincieli ha messo in evidenza le dinamiche della violenza all’interno dei luoghi di lavoro, e il loro rapporto con il potere e i privilegi, denunciando una strutturale carenza di strumenti di prevenzione e di contrasto.

 Il seminario si è concluso con un breve flash sulla vita di Nellie Bly, pseudonimo di Elizabeth Jane Cochran (1864 – 1922), giornalista statunitense straordinariamente libera e coraggiosa, che si è battuta per sottrarre le donne a discriminazioni e a ingiustizie di ogni genere in tempi viziati da una mentalità fortemente patriarcale.

0 Shares:
Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Potrebbe anche interessarti