Sette cittadini su dieci non sanno nulla del PNRR, Piano nazionale di ripresa e resilienza: Il dato è inquietante, ma non ci stupisce, dal momento che a parte gli annunci nei notiziari, finora non c’è stata nessuna comunicazione volta a coinvolgere i cittadini sull’uso dei fondi, più di 200 miliardi di euro, messi dall’Unione Europea a disposizione dei 27 Paesi membri per favorirne la ripresa dopo la crisi da pandemia.
Circa sette intervistati su dieci (ossia il 68%) da Demos, agenzia che cura le ricerche di Libera sulla percezione che i cittadini hanno della corruzione e delle mafie, affermano di non avere “nessuna” o “scarsa conoscenza” del Piano e di come esso si stia realizzando.
Eppure è stato presentato fin dall’inizio come uno strumento salvifico, non foss’altro perché mette a disposizione dello Stato, Ministeri, Regioni, Comuni, Imprese ed Enti pubblici e privati, una valanga di denaro inaspettata. Non sono tutti regalati,cioè a fondo perduto, i due terzi sono a debito e se saranno sprecati i nostri figli e nipoti si troveranno debiti enormi da pagare, contratti senza averne in cambio la rinascita auspicata.
Il report di Demos per Libera, analizza il sentiment degli intervistati sulla fiducia che il PNRR vada a buon fine e registra un diffuso senso di scoraggiamento, diffidenza, allarme circa le possibilità di corruzione e di infiltrazioni mafiose negli appalti.
La fiducia dei cittadini nella ripresa economica del paese va da un 40% per il Governo, seguito con un 39% dal mondo dell’impresa e un 25% dal mondo dell’Università e della Ricerca. Molto più scarsa, l’8% la fiducia nei Partitri politici. Accanto alla sfiducia c’è la rassegnazione, che tocca il 37% dei cittadini, mentre solo il 9%è ottimista.
Per Libera preoccupata dal rischio infiltrazioni mafiose e corruzione, il problema è nella scarsa trasparenza. I cittadini non riescono a controllare. dice, specie nei progetti del meridione, cui è stato assegnato il 40% dei fondi, ma dove meno di una amministrazione su tre ha fornito i dati richiesti tramite Foia (il dispositivo giuridico che garantisce il diritto di accesso ai documenti, dati e informazioni delle pubbliche amministrazioni), rispondendo all’indagine partecipata di monitoraggio del Pnrr, organizzata da Libera e lavialibera. Risposte che, invece, dice Libera, sono molto più pronte nelle regioni del Nord.
Laddove non c’è il rischio di corruzione, c’è, però, un altro rischio, e cioè che i soldi non vengano spesi per migliorare davvero il Paese sul piano della sostenibilità ambientale, che assorbe la maggior quantità di fondi, né della digitalizzazione, al secondo posto, né tantomeno della promozione di un accesso più facile, equo e numeroso dei giovani e delle donne al mercato del lavoro.
Un rischio che potrebbe essere ridotto da un controllo e da una partecipazione più ampia dei cittadini alla destinazione degli investimenti e alla realizzazione dei progetti.
DaliaBighinati