Ma le ragazze non amano la Scienza o credono davvero di essere inadeguate a studiarla e a praticarla?
Istituita nel 2015 dall’Onu per promuovere la piena parità di opportunità nella carriera scientifica la Giornata Internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza ci mette davanti al tema spinoso degli stereotipi, che definiscono le donne come inadatte ad occuparsi di questioni scientifiche – stereotipi sempre molto difficili da sradicare nelle nostre culture -, ma ci fa anche capire, come ha sostenuto la presidente del CNR Maria Chiara Carrozza, a Radio anch’io, che per accrescere la partecipazione femminile al mondo scientifico, dall’università alle professioni “dobbiamo raggiungere le periferie, la provincia, i luoghi che non hanno una cultura scientifica, accademica”.
Incoraggiare le ragazze a dedicarsi a studi scientifici significa fare un buon orientamento, presentare il sapere scientifico come un sapere che appartiene alla nostra vita quotidiana, che spesso ci trova del tutto impreparati di fronte a questioni rilevanti e costrette al silenzio o a credere “per fede” al guru del momento.

“Dobbiamo molto lavorare sulle diseguaglianze e sulle pari opportunità, dice Maria Chiara Carrozza, e lo dobbiamo fare dai primi anni della secondaria di secondo grado: la dispersione scolastica intorno ai 14‐15 anni è il momento in cui dobbiamo incidere. Sono i momenti di passaggio quelli più critici, perchè l’ambiente familiare e scolastico non è in grado di orientare e tenere le persone a studiare, di far capire l’investimento in cultura.
Serve un orientamento precoce e forti investimenti per sostenere tutto all’università, “iscrizione, alloggio, struttura: bisogna raggiungere tutti”. In sostanza per dare a tutte/i la libertà di scelte consapevoli, si deve dare a tutte/i il diritto di conoscere “esattamente la tipologia di professione e le materie che si andranno a studiare. “ Nei licei e negli istituti tecnici non c’è raccordo con l’università e orientare a 18‐19 anni,può essere già troppo tardi, conclude Carrozza.
Maria Chiara Carrozza è stata nominata dal ministro della ricerca Maria Cristina Messa il 12 aprile 2021.
E’ il primo presidente donna nella storia del Cnr. PhD in Ingegneria (1994) presso la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa • Laurea in Fisica (1990) University of Pisa, Italy Posizioni e attività accademica (12 Aprile 2021) • Presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) • Professore Ordinario di Bioingegneria Industriale (IND-ING/34) in aspettativa senza assegno dal 12 Aprile 2021 • Scientific Coordinator of the NeuroRobotics Area at The BioRobotics Institute, Scuola Superiore Sant’Anna, Pisa, Italy • Titolare dei Corsi nell’anno accademico 2020/21: o Robot Companions (3CFU) MoS in Bionics Engineering (Joint Programme Università di Pisa e Scuola Superiore Sant’Anna) o Introduzione alla quarta Rivoluzione Industriale e alla Trasformazione Digitale (2CFU) corso interdisciplinare interno alla Classe di Scienze Sperimentali della Scuola Superiore Sant’Anna o The Fourth Industrial Revolution and The Digital Transformation (2CFU), PhD in Biorobotics, The Biorobotics Institute Scuola Superiore Sant’Anna • Co-Direttore Scientifico e Co-Fondatore del Master Rehab Tech. Il Master Rehabtech ‘Technologies for innovation in rehabilitative medicine and for assistance’, Politecnico di Milano – Univerlecco,, IRCCS Fondazione Don Carlo Gnocchi, IRCCS La Nostra Famiglia Eugenio Medea, Ospedale Valduce (Como), The Biorobotics Institute, Scuola Superiore Sant’Anna.