Un’Europa e una regione più vicina alle donne? Il convegno del CDS Cultura

Che cosa intendiamo per violenza economica nei confronti delle donne? E’ partito  da questa domanda il convegno promosso da Cds cultura che si è svolto ieri presso la sala convito di Factory Grisù. Un tema a cui Cds cultura e Centro Antiviolenza Donna Giustizia hanno dedicato nei mesi scorsi una lunga stagione di studi, convegni e incontri di cui sono presenti in rete gli Atti, già  presentati alla città nel luglio scorso.

Il convegno di ieri, partendo dai risultati del precedente lavoro di ricerca, è nato da  da due nuove domande: “Quali politiche europee si fanno carico delle misure che consentano di rimuovere quella violenza economica ?” E ancora  “Quali sono le possibilità che queste politiche entrino concretamente nelle  politica italiana  a livello nazionale e locale?”

Nell’incontro, dopo il saluto di Rosanna Oliva de Conciliis, Presidente Rete per la Parità –Referente di ASviS sull’inclusione di genere, seguita subito dopo dal quadro preciso e ottimistico che Antonia Carparelli Docente alla LUMSA Roma ha fatto delle politiche europee, a partire dalla strategia europea per l’eguaglianza di genere, di cui l’Unione si è dotata nel 2020 , è toccato ad Alessandro Daraio, del Servizio coordinamento delle Politiche Europee della Regione Emilia-Romagna, il compito di individuare le misure inserite nel Documento strategico regionale 2021 – 2027, derivato dal Patto per il lavoro e per il clima della Regione Emilia Romagna.

Un Documento, importante, perché delinea la programmazione unitaria dei fondi europei e nazionali per il sessennio 2021-2027 2, e che ha intitolato il capitolo inerente  la prospettiva di genere “Women newdeal” (un nuovo corso per le donne) a dire che la Regione fa sul serio e ha messo nero su bianco, per ora in linea di principio se non ancora in modo operativo, un piano di azioni culturali, economiche e sociali per la promozione della piena parità di genere e del protagonismo femminile, come  fattori di equità e di modernizzazione della società.

Lavoro, salario,  percorsi di istruzione e formazione, presenza nei luoghi decisionali, contrasto agli stereotipi culturali, politiche di conciliazione e servizi in rete di welfare, sono questi e altri gli ambiti ormai noti dell’intervento. che, grazie ai fondi europei e alle misure previste dal Piano Nazionale Ripresa e resilienza, dovrebbero assicurare davvero questa volta un reale avanzamento delle donne nell’annoso percorso che dovrebbe portarle alla parità.

Le misure ci sono, i vincoli europei pure, serve un monitoraggio costante perché finalmente si passi dalle parole ai fatti.

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