Un lungo e incidentato percorso attraverso i secoli quello che Dalia Bighinati, cofondatrice di FareDiritti, ha proposto al Centro Studi Bassaniani di Ferrara, dove l’iniziativa di sensibilizzazione e informazione sui diritti delle donne ha fatto tappa il 28 Settembre scorso.

Si intitola “Le donne scendono in biblioteca” il tour che da marzo scorso FareDiritti, gruppo di mobilitazione civica al femminile, sta realizzando toccando di volta in volta le biblioteche di quartiere di Ferrara. Sono incontri al femminile per parlare dei diritti delle donne, diritti negati e diritti conquistati, come suggerisce il bellissimo libro di Dacia Maraini “In mome di Ipazia”, di cui Cecilia Tassinari ha letto alcune pagine sulla libertà delle donne repressa dalle culture più radicalmente patriarcali, ma anche sul coraggio che le donne in ogni epoca hanno dimostrato sottraendosi ai pregiudizi che vogliono la donna debole e inaffidabile, e agli stereotipi che ancora popolano la nostra cultura, favorendo attraverso un linguaggio sessista fenomeni di discriminazione e di violenza.

Partendo da Ipazia, astronoma, matematica, filosofa neoplatonica del quinto secolo dopo Cristo, testimone e maestra di un pensiero libero in un’epoca in cui l’editto di Teodosio aveva trasformato il Cristianesimo in religione di Stato dell’impero romano, Ipazia è l’eroina che non si cura delle minacce e continua ad e insegnare un sapere antidogmatico, senza paura, cosa che le procura una tragica fine ad opera dei seguaci fanatici del vescovo di Alessandria, Cirillo,
Mitizzata dagli Illuministi , divenuta simbolo di intelligenza e coraggio femminile, Ipazia è il prototipo famoso di donne coraggiose. Come la madre della scrittrice , Topazia, principessa Alliata di Salaparuta, moglie di Fosco Maraini, antropologo, e padre della scrittrice, che ne ricorda il no deciso di entrambi all’atto di sottomissione e fedeltà alla Repubblica di Salò, preteso dopo l’8 settembre dai Giapponesi alleati di Mussolini

Un no che valse due terribili anni di patimenti e di fame alla famiglia chiusa in un campo di contramento, di cui Dacia Bambina si porterà nella memoria per anni i ricordi terribili fino al momento in cui nel bellissimo romanzo autobiografico Bagheria se ne libererà raccontandoli.
Da leggere il libro dedicato ad Ipazia, che raccoglie gli editoriali pubblicati sul Corriere in circa 30 anni di scrittura giornalistica. In nome di Ipazia, riflessioni sul destino femminile, edito da Solferino, si può leggere come vero e proprio manifesto della lunga marcia, non conclusa, delle donne, alla conquista della parità in Italia attraverso leggi , che risalgono appena, le più lontane al 1946. Sono passati pochi decenni e in molti casi pochi anni perché le leggi ingiuste abolite e i diritti acquisiti si
trasformino in una cultura condivisa, in una mentalità che , pur nella consapevolezza della differenza fra i generi, porti a rispettare senza obblighi e divieti l’uguaglianza di diritti e delle opportunità fra le cittadine e i cittadini, come recita la Costituzione.