LA PARITÀ DI GENERE È UNA CHIMERA? – ATTI del Seminario di FareDiritti – Ferrara, 6 Giugno 2023

Il 6 Giugno 2023 Fare Diritti ha voluto offrire alla cittadinanza ferrarese, alle donne in particolare, alle istituzioni e alle aziende, il seminario che si è svolto nella Sala Consiliare della Provincia di Ferrara in Castello Estense. Tito: LA PARITÀ DI GENERE È UNA CHIMERA?

Relatrici e relatori hanno illustrato gli strumenti normativi, che il nostro Paese in questi ultimi anni ha messo a disposizione delle Istituzioni pubbliche e del mondo delle imprese per rendere effettivo il diritto alla parità fra donne e uomini sul posto di lavoro e più in generale nella società.

Secondo i dati del Global Gender Gap Index l’Italia si colloca al 63° posto su 156 paesi; al 19° posto su 22 (davanti solo a Cipro, Malta e Grecia), nella regione dell’Europa occidentale e Nord America (dati 2021). Secondo i dati  EIGE 2022 (*) l’Italia si colloca al  14 ° posto   sui 27 Paesi dell’Unione Europea, con 63.5 punti su 100, sotto la media europea che si attesta a 68,6 punti, arriva ultima nel mondo del lavoro, ed è fra i 6 ultimi Paesi nell’indicatore “tempo libero”. Secondo il World Economic Forum ci vorranno 52,1 anni per colmare il divario di genere nell’area dell’Europa occidentale, con differenze fra i vari Paesi.

(*) Istituto europeo per la Gender Equality, ovvero European Gender Equality Index, che sintetizza la parità di genere dei 27 stati membri dell’Unione europea in un unico dato, che rappresenta la combinazione delle performance tracciate tramite 31 indicatori che compongono sei dimensioni: lavoro, denaro, conoscenza, tempo, potere e salute. I dati EIGE sono stati modificati nel mese di Ottobre 2023 sulla base di una rilevazione aggiornata al 2021, che ha segnalato un miglioramento negli indici di parità di genere sia per l’Unione europea (ora giunta ad una media di punti 70.2), sia per l’Italia, che ha scalato un posto nella graduatoria dei 27 Paesi membri, collocandosi al 13° posto con un punteggio di 68.2.

Il seminario ha voluto dare risposta a due domande di fondo: “Il lavoro delle donne in Italia è tutelato a sufficienza dalle leggi? Ci sono possibilità di migliorarne le condizioni?” con riferimento soprattutto all’accesso al lavoro sulla base dei titoli, alle carriere in azienda e nella Pubblica Amministrazione e più in generale alle condizioni che vedono le donne spesso costrette a rinunciare a ruoli  importanti e ad impieghi brillanti per l’enorme carico di cura familiare e domestica, che pesa quasi esclusivamente su di loro.

Ad una prima ricognizione, basata sugli articoli di siti specialistici, si è osservato che le leggi sulla carta riconoscono i diritti delle donne, manca, invece, in molti casi, la volontà di applicarle, soprattutto quando le norme non sono obbligatorie, ma vengono lasciate alla buona volontà dei capi di azienda e dei vertici delle istituzioni.

Il Seminario ha affidato a donne delle associazioni, della politica e delle istituzioni e a due rappresentanti delle aziende il compito di esaminare alcuni potenti strumenti normativi, che, se applicati con convinzione e continuità, potrebbero sia ridurre il divario di genere nel mondo del lavoro, sia dare alle politiche pubbliche connotazioni di genere in senso paritario.

Scarica audio seminario 6 giugno 2023

Dopo l’apertura e i saluti di Annalisa Felletti – Consigliera provinciale di Parità che ospita e sostiene l’organizzazione del Seminario e dopo i saluti della Consigliera provinciale Anna Chiappini in rappresentanza del Presidente della Provincia, il Seminario è stato introdotto da Dalia Bighinati, giornalista e co-fondatrice di FareDiritti, che ha presentato, in apertura del suo intervento, le co-fondatrici di FD e il Manifesto di cui il Gruppo si è dotato all’atto della sua costituzione.

Sono seguiti gli interventi della professoressa Maria Gabriella Marchetti dell’Osservatorio nazionale politiche parità di genere del Dipartimento Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri e co-fondatrice di FareDiritti, della consigliera regionale Marcella Zappaterra, Capogruppo PD Assemblea Regione E.R., del responsabile di bilancio e finanziario di CNA Ferrara, Matteo Carion, della dottoressa Claudia Ribezzi, responsabile delle Risorse umane dell’Azienda Bonfiglioli Engineering di Ferrara.

I relatori hannoillustrato e/o portato le loro testimonianze personali su alcuni strumenti legislativi rilevanti, quali il Bilancio di genere, una norma introdotta più di vent’anni fa in Italia, ma ancora largamente inapplicata dalle Pubbliche Amministrazioni,  i nuovi e recentissimi Regolamenti introdotti dalle leggi regionali dell’Emilia Romagna sulla parità di genere e sulla semplificazione amministrativa,  la Certificazione di parità in Azienda, introdotta dal PNRR nella Missione 5, una testimonianza sul percorso fatto per arrivare alla Certificazione in azienda. Infine Annalisa Felletti, consigliera provinciale di parità, ha illustrato i contenuti della Strategia nazionale di genere, introdotta dalla ex ministra Elena Bonetti nel 2021 sul modello della Strategia di genere dell’Unione Europea. Lo spazio conclusivo è stato dato agli interventi del pubblico e ha indotto, quindi, a rinunciare alla Tavola rotonda programmata come momento conclusivo.

Fare Diritti, Imperfette, empatiche, attive, è il gruppo di donne nato due anni fa a Ferrara in occasione della approvazione parlamentare del Pnrr con diversi obiettivi, diversi compiti e un sogno.

Fra gli obiettivi: informare, fare pressioni sulle Istituzioni, sensibilizzare il mondo delle imprese sulla necessità di ridurre il divario di genere nelle politiche e negli investimenti legati al Piano, diffondere la cultura dei diritti, la fiducia delle donne nella loro forza.

Fra i compiti: promuovere nelle donne la consapevolezza che nulla verrà loro regalato se non si mobiliteranno per pretendere ciò che spetta loro di diritto.

Il sogno: ridurre le diseguaglianze di genere e porre le basi di un futuro più equo per le donne della città e per le comunità del nostro territorio.

Presentazione Fare Diritti

Contenuti e testi degli interventi

Dalia Bighinati ha introdotto il Seminario facendo il punto sui due anni di vita e di attività di FareDiritti, con un bilancio dei risultati raggiunti rispetto agli obiettivi.

Ci sono obiettivi interni di formazione e studio del PNRR e modalità di monitoraggio del Piano. Ci sono obiettivi esterni che riguardano il rapporto con le Istituzioni e la cittadinanza. I risultati raggiunti nel corso del 2022 vanno dalla presentazione di FD alla cittadinanza, alla divulgazione degli obiettivi trasversali del Pnrr e in particolare del vincolo dell’equità di genere posto dal Piano e dall’Unione europea come condizione per il finanziamento dei progetti con fondi del Piano.

In questa prospettiva FareDiritti si è dotata di un sito informativo in cui ha registrato le proprie attività, offerto documenti e notizie inerenti ai temi del PNRR e dei Diritti.

Nel 2023 il Gruppo ha intrapreso due percorsi complementari:

  1. i seminari primaverili con cui ha sviluppato un rapporto sia con le Istituzioni locali attuatrici del Pnrr, sia con la cittadinanza,
  2. il tour nelle Biblioteche civiche ferraresi per incontrare la popolazione femminile nei quartieri della città.

I progetti futuri, ha annunciato Bighinati, avranno come obiettivo una comunicazione più efficace con le Istituzioni e con le donne della città. A questo proposito, concluso il tour 2023 nelle biblioteche cittadine, si potrà ripetere l’esperienza nelle biblioteche dei Comuni della provincia. Naturalmente FareDiritti continuerà le attività di autoformazione e la promozione di seminari o convegni sul monitoraggio dei progetti PNRR locali. Per migliorare: i rapporti con i media l’ipotesi è di creare un media group. Per la divulgazione di informazioni e per la comunicazione sul PNRR e sui progetti mirati all’Equità di Genere, si cercherà di implementare la collaborazione e un link più diretto con le associazioni e le Istituzioni del territorio.

Testo introduttivo di Dalia Bighinati

Introduzione di Dalia Bighinati


Relazioni:

La presentazione delle norme più recenti che l’Italia si è data per rendere effettivi i diritti di uguaglianza fra uomini e donne riguardano in modo particolare la Pubblica Amministrazione e il mondo delle imprese. Tutte hanno in comune due aspetti: la complessità della attuazione e la non obbligatorietà, tranne una, in via di attuazione da parte dell’Assemblea della Regione Emilia Romagna.


Si parte dal Bilancio di Genere con la relazione di Maria Gabriella Marchetti, cofondatrice di FareDiritti, componente dell’Osservatorio nazionale per la parità di genere. L’obiettivo della norma è raggiungere la parità di genere definita dall’European Institute for Gender Equality (EIGE).. “Perseguire la parità dei diritti, la responsabilità sociale e le opportunità di donne e uomini, ragazze e ragazzi nella scuola e nel lavoro non significa che donne e uomini dovranno diventare “ uguali”, ma che i diritti, le responsabilità e le opportunità delle donne e degli uomini non dipenderanno dal fatto che si nasca maschi o femmine. Implica che gli interessi, i bisogni e le priorità delle donne e degli uomini siano presi in considerazione, riconoscendone la diversità. Questo obiettivo non è soltanto una questione che riguarda il mondo femminile, dovrebb, infatti, e riguardare e coinvolgere pienamente gli uomini e le donne. La parità tra donne e uomini è vista sia come una questione di diritti umani sia come una condizione preliminare e un indicatore di uno sviluppo sostenibile incentrato sulle persone…” (libera citazione da EIGE 2017).

La norma, che in Australia è in vigore dalla metà degli anni Ottanta, in Europa e in Italia lo è solo dai primi anni 2000. Riguarda le Amministrazione pubbliche, che nel corso degli anni l’hanno sperimentata a macchia di leopardo. A tutt’oggi la misura non è obbligatoria.

La ragione è abbastanza evidente. Il Bilancio di genere è un’operazione molto complessa, che si aggiunge ad altre complessità delle P.A.. Richiede competenze specifiche e personale dedicato, come sempre dovrebbe essere quando si introducono nuovi strumenti legislativi, ma soprattutto richiede una precisa volontà politica. Serve a capire e a valutare il diverso impatto delle politihe di bilancio su donne e uomini in termini di denaro, servizi, tempo e lavoro non retribuito. Ad oggi queste decisioni non tengono conto delle differenze di genere, ossia delle diverse esigenze e caratteristiche di donne e uomini, ma prevale un unico modo di fare le leggi che vengono fatte in modo neutro. Chi favoriranno? Chi sfavoriranno? E’ un vecchio discorso e riguarda la mancanza di una cultura che sappia riconoscere e rispettare le differenze.  L’uguaglianza su cui si basa la neutralità di genere delle politiche pubbliche e a cui frequentemente si fa riferimento, è una uguaglianza puramente formale, che con l’alibi di trattare tutti cittadine e cittadini allo stesso modo, senza verificarne i bisogni specifici, ne favorisce alcuni, ne penalizza altri. Non è questa la parità di diritti che le donne vogliono e che Maria Gabriella Marchetti ha messo in evidenza.

Testo della relazione di Maria Gabriella Marchetti


La Certificazione di parità in azienda

Fra le norme illustrate, qualche speranza di successo abbastanza vicino nel tempo è costituito dalla normativa sulla Certificazione di parità in azienda. Il relatore, Matteo Carion, responsabile del bilancio di Cna ne ha indicato i vantaggi e le difficoltà, oltre che i passaggi necessari per ottenerlo. Claudia Ribezzi, responsabile delle risorse umane della  Bonfiglioli Engineering di Ferrara, ha portato una testimonianza del percorso fatto per ottenerla.

La Certificazione di parità in aziendaintrodotta dal Piano di ripresa e resilienza è anch’essa su base volontaria, obbligatoria solo per le aziende che vogliono partecipare alle gare d’appalto del PNRR. Per tutte le aziende che chiederanno di  farsi certificare sono, comunque, previste premialità, sottoforma di incentivi fiscali.

Quindi se i diritti di equità saranno rispettati e la certificazione ottenuta, l’azienda avrà vantaggi economici. Ma non è solo a questo che la Certificazione mira. In ballo ci sono cambiamenti culturali profondi. Le donne, infatti, spesso preziose in azienda, non hanno garanzie di avere parità di diritti rispetto ai colleghi maschi, né una attenzione specifica alla complessità del loro ruolo sociale – lavoratrici madri, impegni domestici, cura dei genitori, etc…- . Da segnalare che fino ad ora a Ferrara solo tre aziende hanno portato a compimento la procedura di certificazione, anch’essa molto complessa e che CNA ne ha avviato l’iter necessario per ottenerla.

Presentazione di Matteo Carion CNA


Intervento di Claudia Ribezzi, HR Manager at Bonfiglioli Engineering srl

Claudia Ribezzi nel suo intervento ha tracciato il percorso compiuto in azienda per arrivare alla Certificazione, partendo dal progressivo cambiamento culturale sia dei singoli dipendenti e dirigenti, sia dell’intera azienda, per giungere al miglioramento dell’ atmosfera aziendale in termini di benessere comune, senza trascurare mai l’interesse economico e produttivo dell’azienda, che un maggior benessere interno di chi lavora, non può che far funzionare meglio.

Testimonianza di Claudia Ribezzi: da 2.23’.34” della registrazione audio


Regolamento Assemblea Regionale Emilia Romagna: Marcella Zappaterra

La buona notizia della giornata viene dalla Assemblea regionale dell’Emilia Romagna, Regione da tempo fra le prime ad occuparsi seriamente delle politiche di pari opportunità, come ci ha illustrato, Marcella Zappaterra, consigliera regionale e capogruppo PD in Assemblea.

Zappaterra illustra le modalità di attuazione del recente regolamento che obbliga l’Assemblea, nelle leggi più importanti, a verificarne, prima dell’approvazione, l’impatto sulla condizione femminile.

Testo della relazione di Marcella Zappaterra


Strategia nazionale per la parità di genere

Annalisa Felletti, consigliera di parità della Provincia di Ferrara ha illustrato la Strategia nazionale per la parità di genere, che non è una legge, ma una delle priorità trasversali del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

La strategia, varata dalla ex ministra Bonetti nel 2021, sull’esempio della Strategia europea, orienta e indirizza alle buone pratiche istituzioni pubbliche e private. Purtroppo fa ancora leva sulla buona volontà e sulla cultura dei cittadini, che dovranno prima o poi rendersi conto che emarginando le donne nel lavoro, in politica, in famiglia, nel campo dell’istruzione e altrove si reca danno alla società intera.

Slide e testo della relazione di Annalisa Felletti

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