Quando riusciremo a dire che Ferrara è una città a misura di donna? Cominciamo a ragionarci

Redazione

Quando riusciremo a dire che Ferrara è una città a misura di donna? come riuscire ad arrivarci e perchè dovremmo? Sono le domande che oggi alcune  associazioni femminili ferraresi si pongono e dicono. E’ ora di cominciare, almeno a ragionarci”.

Mentre in citta si respira aria di vigilia elettorale, con candidati in pista,  nuove e vecchie formazioni politiche, coalizioni, programmi e all’orizzonte appare, abbastanza inattesa,  una candidata a sindaco, sono proprio le donne le grandi assenti dal dibattito politico preelettorale ,  manca la loro voce sul  disegno futuro della città, a partire dal suo assetto urbanistico. Le donne a Ferrara sono presenti in tutti i settori , sono come sempre fondamentali nei lavori di cura in famiglia,  la maggioranza fra le operatrici della sanita, nella formazione, nella Pubblica Amministrazione, eppure continuano ad essere invisibili o comunque sullo sfondo dei luoghi dove si prendono le decisioni che contano.

donne democratiche

Chi ha pensato a consultarle? chi si è chiesto se il disegno della Ferrara di oggi e di quella di domani risponde ai loro bisogni, ai loro  interessi, alla visione che hanno della realtà urbana e sociale? sull’economia, sullo sviluppo, sulla sanità? Ferrara con la sua popolazione femminile del 51,8% nettamente superiore al 48,8% di quella maschile, con il suo primato in regione di lavoratrici autonome titolari  di  imprese piccole ma in salute, un calo  pauroso di  nascite,  un bel numero di donne over 70,  molte ancora attive e vitali, altre spesso afflitte dalla solitudine, con tante ragazze che vengono dalla provincia in citta x le scuole superiori e l’università, le tante donne straniere preziose alleate nella cura dei bambini e dei genitori anziani, tante operatrici sanitarie che vengono dal sud Italia e a volte da paesi stranieri, nonostante tutto ciò Ferrara continua a trattare la politica e l’urbanistica come cosa  da uomini, e soprattutto come una realtà neutra. Così se una decisione e’ giusta per i maschi, che usano la città in un certo modo, deve esserlo, si pensa, anche per le  donne, che, però, la usano in altro modo. Ma, si commenta, l’ambiente e’ neutro il trasporto à neutro, il lavoro? e lo studio? neutri anch’essi? No di certo e ormai è ben noto a tutti.

E la mobilità, i marciapiedi, l’illuminazione, l’ubicazione delle scuole, degli asili, dei supermercati? dei luoghi della vita associata? Davvero quello che va bene x gli uomini va bene anche per le donne? che oggi non sono più relegate in casa, o braccianti  in campagna o  operaie in fabbrica, oggi le donne sono attive su piu fronti, o come si dice sono multitasking. I costi della vita? quali incidono di piu sullo stipendio delle donne? La sicurezza in citta non ha forse aspetti cruciali per le donne? Soprattutto nelle ore serali e notturne?  Da diversi anni  in Europa e anche in  molte città italiane, nelle università, nelle associazioni femminili,  si parla non a caso di urbanistica femminista, di citta a misura di donne.

“Ferrara non e’ ora che pure tu ti decida  a parlare  un linguaggio di genere? la parità, infatti, non significa, che siamo tutte tutti  uguali ma che tutte vorremmo avere risposte  di pari valore ai diversi bisogni”. L’appello è partito, vedremo da chi e come   verranno  le risposte. ”
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